I Social-network in Turchia

Nell'ultima settimana si è parlato parecchio del blocco dei social-network in Turchia. Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato giovedì 20 e venerdì 21 marzo lo "sradicamento" dei social-network più e meno importanti, in quanto da questi (come Facebook e Twitter) circolano tante notizie e velocemente si comunica indirettamente con tutto il pianeta. Sono sorte polemiche e diversi segni di confusione in Turchia perché la forma dello Stato è la Repubblica parlamentare e questo è un segno evidentemente illiberale, già azionato dai paesi della zona compresa fra l'Africa settentrionale e l'Asia mediterranea, che sono coinvolti nella Primavera Araba dal 2010 e che non hanno fondazioni impopolari. Invece il presidente della repubblica, Abdullah Gul, e il vice-premier, Bulent Arinc, hanno contrariato pienamente la linea del premier, definendola non democratica e antipopolare. Ciononostante, il capo del governo turco è andato avanti con la sua crociata contro i mezzi di comunicazione della rete, bloccando Twitter il 21 marzo, ma con la revoca del blocco il 26 marzo, e ieri col blocco di YouTube ed arrivando anche alla volontà del blocco in Turchia di Facebook. Come già detto, in Turchia ci sono proteste e sono arrivate da diverse persone nel mondo forti critiche con la sua idea e il suo operato di questi giorni. E pensare che giusto ieri sera, controllando i dati del mio canale YouTube ho visto che ho ottenuto due visualizzazioni dalla Turchia e ho anche qualche amico turco su Facebook e qualche follower su Twitter.

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