DICONO DA SANREMO - 1/2023

Si accendono i riflettori. I due conduttori scendono la scalinata. Si commemora il recente terremoto che sta colpendo Turchia e Siria. Si accoglie un evento storico: la prima volta di un Presidente della Repubblica al Festival di Sanremo. Viene cantato l’inno d’Italia. Si ascolta un monologo di Roberto Benigni sulla Costituzione nell’anno del suo settancinquesimo anniversario.
Nell’accompagnare le serate fino alla fine, questo commento non presenterà delle pagelle vere e proprie, ma piuttosto alcuni spunti di opinione.
Inizia subito la sfida. Inaugura i canti Anna Oxa, che, dopo dodici anni, ritorna su quel palco con un curriculum fiero di 14 partecipazioni e due belle vittorie. Incanta con la sua Sali (canto dell’anima). Non si può non dire che non è una vera grande signora di quel palcoscenico, anche se probabilmente lo stile della canzone proposta non arriva a tutti.
Segue l’esordio di gIANMARIA con la sua Nostro, che, si spera, vivrà altre occasioni migliori. Per ora nulla di incisivo.
Ottimo esordio alla kermesse sanremese è quello di Mr. Rain con la sua Supereroi, che si preannunciava come ventata innovativa quantomeno nello stile. Lo è stato. Molto carino l’accompagnamento del coretto di fanciulli.
Dopo uno stacco pubblicitario, ecco il ritorno degli ultimi vincitori del Festival dell’anno scorso…Mahmood e Blanco che, con emozione, ricalcano quel palco e ci regalano una bella esibizione, una bella pagina vissuta un anno fa che li ha portati a rappresentare l’Italia in casa all’Eurovision.
Torna in gioco la gara ed arriva Marco Mengoni, il super favorito, che fa un pezzo suo, molto suo, che non sfonda o meglio ci lascia un qualcosa che ipotizzavamo, cioè lo stesso schema mai rotto.
Presentata da Elena Sofia Ricci assieme al duo di conduttori, arriva una giovane promessa, Ariete, che non lascia molto. Sicuro, nel futuro, avrà momenti migliori.
A lei è seguito Ultimo, che, con la sua Alba, stupisce ed alza il livello, esibendosi in un pezzo potente per genere e interpretazione. Senz’altro molto struggente.
Entra la prima coppia: sono Coma_Cose, che, con la loro L’addio, raccontano una loro storia. Una canzone che francamente non coinvolge. I duetti devono saper coinvolgere per funzionare. Questo sembra essere solo il dialogo fra i due.
Momento dei primi ospiti ed è per la réunion dei Pooh. Emozionante, anche se mancava per ragioni purtroppo naturali uno dei suoi membri mai dimenticati. Credo che abbiano lasciato un messaggio: può succedere tutto, ma la musica rimane nella storia e nelle menti, oltre che nella voce dei propri autori.
Ritorniamo in gara e sale Elodie, che, con la sua Due, si mostra più pregnante per come si presenta che per la canzone in sé.
Uso il monologo di Chiara Ferragni per dire che me ne interesserò molto poco. Suo marito è un rapper che non mi dispiace per come canta e per i vari messaggi che negli anni ha lanciato, ma per lei non mi esalto e non applaudo. Rappresenta un mondo che lancia meri slogan e si appoggia solo su immagini talvolta solo personalistiche.
Ancora un po’ di gara ed è il turno di Leo Gassman, che propone la sua Terzo cuore. Non trovo sia la migliore canzone che sto ascoltando, ma può crescere già in questa Kermesse.
Ancora un ospite ed arriva la prima grana sanremese. Sale Blanco per esibirsi con il suo nuovo singolo, precursore dell’album omonimo, “L’isola delle rose”. Scoppia il putiferio tra il pubblico all’Ariston e quello di casa. BlanchitoBeBe non sente nel suo auricolare l’audio e distrugge la scenografia. Gesto certamente infelice nella città dei fiori, gesto fortissimo su un palco del genere. Non intendo giustificare uno dei miei cantanti preferiti, ma provo a capire un ragazzo così giovane in un momento di difficoltà, che in una trasmissione in diretta può succedere. Credo che, fosse accaduto a un suo collega coetaneo, probabilmente ci sarebbe stata una reazione simile. Gli artisti così giovani hanno un senso di ribellione e di espressione molto potente. Non sono a caso le sue parole “La cosa bella della musica è che non sempre si può seguire schemi. Devo trovare un modo per divertirmi”.


Arrivano in gara, nonostante non siano pivellini, I Cugini di Campagna, che, con la loro Lettera 22, si mostrano più incisivi per la loro espressione che per la loro esibizione.
È salito sul palco Gianluca Grignani, che, con la sua Quando ti manca il fiato, non lascia assolutamente nulla, ma davvero niente, di concreto.
Bella esibizione di una giovane promessa, come Olly, che ha presentato la sua Polvere, con cui ha dimostrato belle capacità e sicurezza su quel palco molto ambizioso.
Si avvicenda un gruppo, appartenente alla “Generazione Z”, i CollaZio, che, con la loro Non mi va, si rivelano promettenti e sinergici, un vero bel gruppo.
L’ultima cantante per questa prima serata è Mara Sattei, che si presenta molto sobria, ma la sua Duemilaminuti non mi suggerisce granché.
Prima di salutarci e dare la linea al simpaticissimo Fiorello con le sue chicche e i suoi soci, c’è un momento in onore Lucio Battisti, nell’anno in cui avrebbe compiu
to ottanta anni. Si dimostra un momento di comunità e di gruppo proprio come già descritto nel paragone della gita scolastica fatto da Amadeus poco prima.
Ancora un’opinione sulla prima classifica provvisoria, giunta dalla Sala Stampa, che non si smentisce mai in merito a screditare talenti in ascesa e nomi di peso. Assolutamente ingiusti gli ultimi due posti a Olly e Anna Oxa (e non lo dico perché sono di parte). È incredibile che Grignani stia un posto sotto Mr Rain e sopra a una signora come Anna Oxa. Mara Sattei è stata un po’ troppo sopravvalutata. Posizione troppo elevata per Leo Gassman, addirittura nella top five. Si vede un meritato quarto posto per Ultimo. Un regalo non richiesto e non voluto il podio per Mengoni, Elodie e Coma_Cose.
A domani per la seconda serata!

Alessandro Ritella

7 feb 2023

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