DICONO DA SANREMO - 3/2023

Si riaccende l’Ariston per questa terza sera. Li abbiamo ascoltati tutti una volta. Il Fantasanremo già accende speranze e pure qualche illusione. La sala stampa ha emesso i suoi verdetti, in molti casi infelici, in altri troppo generosi. Stasera giudicano il televoto e la giuria demoscopica.

Un dato sull’ascolto della seconda serata: con la media del 62,3% di share i telespettatori della seconda serata 2023 sono 10545000. In relazione all’anno scorso sono circa un milione in meno, ma nella prima parte della serata i picchi toccano livelli molto alti di pubblico. Comunque Sanremo quest’anno può godere dell’affiancamento di social ancora più potenti (le interazioni sono pari a quasi 21 milioni, circa il 78% in più rispetto al 2022) rispetto alle ultime volte di cui ne abbiamo scritto: si pensi allo spopolamento di TikTok da un anno a questa parte, con cui canzoni, reazioni e momenti degni di nota passano come una incessante cascata.

Iniziano le performances con le ultime di ieri sera, Paola e Chiara. La loro Furore ci farà divertire, ma non so quanto inciderà davvero in queste classifiche.

Poi arriva Mara Sattei, che è stata un po’ più incisiva dell’altra sera, ma nulla più.

Poi ancora Rosa Chemical. Col suo stile “esagerato”, mette energia, ma la sua rimarrà più incisiva fuori da palchi prestigiosi, bensì in serate o nei locali. Non è da Sanremo.

Dopo, Gianluca Grignani, la cui canzone non mi entusiasma e lui stasera ancora meno. Non c’entra nulla l’inconveniente tecnico.

Dopo uno stacco pubblicitario, le belle performances di Tananai e Lazza.

Dopo un po’ di pubblicità è il momento dei primi ospiti, i Måneskin, che ricalcano quel palco con cui hanno conosciuto la loro fortuna, che li ha lanciati verso le mete di tour favolosamente ricchi tra Italia ed Europa e che è stato il loro trampolino con cui hanno riportato l’anno scorso dopo 31 anni l’Eurovision Song Contest in Italia. Al proposito, menomale che abbiamo fatto valere la musica e il suo immenso patrimonio culturale perché avessimo contato solo su ciò di cui disponeva Torino (con ciò che ha messo chi la governa) eravamo rovinati. E non stupitevi se le Olimpiadi saranno tra tre anni a Milano e Cortina, mentre la candidata italiana per Expo 2030 è Roma. Ma questa è un’altra storia…

Stasera su Madame mi sono ricreduto. Vorrò ascoltarla domani sera con la serata cover per capire se personalmente merita di più in questo Sanremo 2023. Non credo di collocarla altissima, ma non merita gli “inferi”.

Dopo un po’ di cantanti concorrenti che si sono avvicendati, torna sul palco dell’Ariston un cresciutello Sangiovanni, che duetta con Gianni Morandi in una mitica hit d’altri tempi, Fatti mandare dalla mamma. Questo è stato il vero attimo che ha scosso tutta la kermesse dalla sua eleganza, inscenando la sinergia dell’innovazione con l’indimenticata tradizione.

Un po’ di gara con Ultimo, che spacca per melodiosità e livello alto della sua musica, ed Elodie, di cui vedo solo la sua appariscenza e forse pure vanità. Sono seguite due stupende performances di Mr Rain e Giorgia, che stasera meritano la giustizia del televoto. Dopo, I Colla Zio che sono il Gruppo di quest’anno; credo siano degli astri che possono crescere. È arrivato Marco Mengoni, che vedo come Re di Sanremo con una corona creata dall’aria (sì, questa l’ho inventata io), congedato con una esageratamente pomposa standing ovation. Un consiglio non richiesto al pubblico pagante: conservate gli applausi incessanti per sabato quando arriverà Ornella Vanoni. Stesso discorso vale per Colapesce Dimartino, che non hanno innovato una virgola rispetto all’ultima partecipazione.

Dopo questo po’ di gara, arriva il momento delle parole della coconduttrice di stasera, la monumentale (in tutti i sensi) Paola Egonu. Alta, fisicamente slanciata e poi un monologo pieno di frasi attente, di pensieri profondi e sinceri. Si vede che è una giocatrice perché lo sport sa lasciarti valori e trasmetterli in modo semplice. Preferisco cento Paola Egonu a una Chiara Ferragni, acclamata dalle folle ma ancora immagine di quel mondo illusorio e talvolta dannoso che rischia di usare solo le buone battaglie per sé.

Prosegue la gara, il televoto impazzisce e si avvicendano Coma_Cose, che trovo come una coppietta in previaggio di nozze e basta, Leo Gassmann, che vorrei ascoltare domani sera per vedere se questo può essere già il suo momento, e i Cugini di Campagna, che trovo simpatici con una canzone che sarà un’altra hit sicuramente fuori dell’Ariston.

Dopo un po’ di pubblicità, è il momento delle due vittime assolute della Sala Stampa, il giovane Olly e una Signora assoluta di quel palco Anna Oxa, su cui spero il televoto farà un po’ di sana giustizia. Arrivano gli Articolo31, che meritano di più di quello che hanno avuto, Ariete, che stasera non amo per espressione e per esibizione, e Sethu, che crescerà negli anni. Tra siparietti, ingressi delle star della serata (particolarmente incisivi e belli quelli di Paola Egonu) e qualche scorcio dagli altri due punti di questo festival, è il turno degli ultimi: Shari, la cui canzone parla di più dell’outfit fuorviante dal testo e dalla piacevolezza del suo pezzo, gIANMARIA, sicuramente più sobrio di chi l’ha preceduta con una canzone che ci sta (ma per quest’anno si è buttato e va bene così), i Modà, solita roba da quando hanno messo l’ultima volta piede sul palco, ed il giovanotto Will, che non si lascia sopraffare dall’emozione ma di occasioni da vivere in futuro ne avrà.

Un monologo attento alla vita reale e a quella social quello proposto da Alessandro Siani. Credo che sia stato il migliore proposto. Dirò di più, gli ospiti di stasera sono i migliori di queste tre sere.

Ultima parola sulla prima classifica generale, frutto del televoto, del voto della giuria demoscopica e della Sala Stampa delle scorse due sere: assolutamente ingenerose e sottovalutate le posizioni di Anna Oxa, di Olly e di Articolo31; troppo sopravvalutate quelle di LDA, dei Modà, di Grignani e di Mara Sattei; finalmente un po’ di giustizia è stata fatta con Coma_Cose, Colapesce Dimartino ed Elodie, che scendono dalla top five; il secondo, terzo, quarto e quinto posto sono meritatissimi, Ultimo, Mr Rain, Lazza e Tananai, devono essere capaci di insidiare il calcagno del Re dalla corona d’aria Mengoni, che non è la migliore performance dell’Ariston.

Domani sarà il momento emozionale, quello che farà rivivere le grandi canzoni dei decenni scorsi, ma pure quello che farà decidere molti sul televoto della serata stessa e probabilmente pure del sabato. La aspetterei con trepidazione.



Alessandro Ritella

9 feb 2023


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